L’attenzione verso la sostenibilità e l’impatto ambientale ha da diversi anni (e in maniera sempre più rapida) interessato diversi settori, non ultimo quello della Proprietà Industriale. Questo anche per l’importanza che riveste la comunicazione di scelte sostenibili e green (anche se sull’utilizzo di questo termine è più volte scaduto nel fenomeno del greenwashing). Le aziende che investono nella produzione e distribuzione di prodotti e servizi eco-friendly hanno una maggiore attrattività, motivo per cui l’interesse verso questo tipo di approccio risulta essere sempre maggiore.
Un interesse che non si limita esclusivamente ai brevetti per invenzioni, ai modelli di utilità e ai design, ma anche ai marchi di impresa e a tutte quelle componenti creative che mirano a sviluppare e consolidare una brand identity orientata ai valori green.
L’evoluzione del mercato
Parallelamente alla crescita dell’interesse verso le tematiche green tanto da parte dei consumatori che delle imprese, è aumentata anche l’attenzione da parte degli enti preposti alla tutela della Proprietà Industriale.
Nel 2022, infatti, l’Ufficio Mondiale per la Proprietà Intellettuale ha pubblicato il Green Technology Book. Il documento mira a fotografare lo stato di avanzamento delle tecnologie green che si pongono l’obiettivo di affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici. Nel rapporto vengono presentate le tecnologie e le soluzioni che vengono adottate per ridurre e contrastare l’impatto che il cambiamento climatico ha sulle città e su settori produttivi strategici come l’agricoltura, la silvicoltura e quello idrico.
Il Green Technology Book descrive le principali tecnologie brevettate che hanno portato miglioramenti a livello di Agricoltura e Foreste, Tutela delle Acque e negli Agglomerati urbani sottolineando quelle che sono le potenzialità di questi asset immateriali e le potenzialità di sviluppo.
L’Ufficio Europeo della Proprietà Industriale, invece, ha pubblicato uno studio sui marchi d’impresa depositati tra il 1996 e il 2021 che in questo periodo di tempo contenevano termini riconducibili alle tematiche green. L’aspetto interessante è che in questi venticinque anni le domande di registrazione di marchi d’impresa green è triplicata: passando da un 4% al 12% di tutte le richieste.
L’evoluzione “normativa”
Non a caso l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) – così come le altre autorità internazionali del settore – hanno modificato i relativi codici della comunicazione pubblicitaria proprio al fine di tutelare la veridicità dei messaggi promozionali che vantano una natura ecologica.
Alla maggiore sensibilità del mercato e delle imprese va di pari passo l’evoluzione normativa così come quella politica volta ad attivare diverse forme di incentivazione e agevolazione (come quelle previste nel PNRR) volte a favorire e supportare lo sviluppo e la brevettazione di prodotti e tecnologie che favoriscano la transizione ecologica.
Le prospettive future
Questo lo stato attuale, particolarmente ricco e interessante, ma le prospettive future sono quelle probabilmente più intriganti. Come anticipato, infatti, gli investimenti delle aziende sulle tecnologie green e una “Proprietà Industriale sostenibile” sono legati a una maggiore competitività, sia per chi detiene direttamente la licenza e i relativi diritti che per chi li utilizza indirettamente.
Parallelamente vi è tutta l’evoluzione del settore ESG (Environmental, Social, Governance) chiamato a rinnovare tutte le attività legate all’ottenimento delle certificazioni di eco-compatibilità per un utilizzo regolare e privo di abusi.