Poter risparmiare sulle tasse è il desiderio di tante (tutte) le aziende e i professionisti, ma sono sempre troppi coloro che lo considerano come un miraggio. Un’opportunità particolarmente interessante, da valutare con attenzione, è quella legata all’utilizzo del marchio registrato. Anche se molti imprenditori ignorano il legame, avere un marchio regolarmente registrato permette, oltre agli altri vantaggi, una serie di benefici fiscali. Tanto che con l’utilizzo del marchio registrato è possibile pagare meno tasse. È per questo che molto spesso, sfruttando la tassazione agevolata prevista dal fisco italiano, l’utilizzo del marchio può essere considerato come uno strumento di pianificazione fiscale. Ma andiamo con ordine.
Cos’è un marchio e cosa fare per registrarlo
Ogni azienda ha un marchio, un logo che la identifica e la contraddistingue dalle altre. Non tutti i marchi sono però registrati e, ancora, non tutti i marchi registrati permettono di ottenere dei vantaggi fiscali. La registrazione di un marchio è una pratica che va affrontata con molta attenzione perché se è vero che da una parte tutela l’imprenditore e l’azienda proprietaria, dall’altra ne determina una serie di responsabilità (e diritti) che è fondamentale conoscere e gestire correttamente.
Per poter ottenere la qualifica di marchio registrato è necessario che questo simbolo sia nuovo e distintivo. Non deve essere, quindi, già stato registrato da altri e deve essere distintivo e riconoscibile. Poter applicare il simbolo ® accanto al proprio logo aumenta sicuramente il valore e l’autorevolezza di quel brand ma, come detto, consente anche di ridurre il peso delle tasse. Vediamo come e quanto è possibile risparmiare.
Pianificazione fiscale: come sfruttare il marchio aziendale
Per capire come il marchio registrato possa permettere una riduzione delle tasse è necessario introdurre il concetto di royalties. Con questo termine si fa riferimento al compenso che è possibile ottenere, dietro accordo e cessione dei diritti per l’utilizzo, tramite lo sfruttamento del marchio. Il risparmio delle tasse è possibile in quanto gli importi percepiti attraverso le royalties, quindi l’uso di terzi del proprio marchio registrato, sono defiscalizzati. Ovvero per questi importi l’imponibile IRES viene ridotto del 25%. Inoltre questo tipo di redditi sono considerati come “redditi diversi” e per questo motivo non rientrano nel computo delle tasse per il pagamento dei contributi INPS.
Il meccanismo per risparmiare le tasse, per coloro che hanno delle società, è quello di registrare il marchio a proprio nome e poi cederne l’utilizzo alla propria SRL, facendosi pagare le royalties e in questo modo incassando denaro ed evitando di farlo prelevando dai compensi amministratore che hanno, invece, una tassazione elevata.
A cosa fare attenzione
Come spesso capita “non è tutto oro quello che luccica” e in parte questo principio vale anche per la tassazione dell’utilizzo di un marchio. Registrare un marchio, infatti, non è la panacea di tutti i mali fiscali e prima di farlo con il solo scopo di ridurre il carico fiscale bisogna valutare diversi aspetti. La materia è articolata ed è fondamentale procedere con attenzione. Un errore molto comune (ma è solo uno dei tanti aspetti da considerare) è quello di registrare un marchio già esistente e volerlo utilizzare per pagare meno tasse.
Il principio, per quanto concettualmente valido, si scontra contro la realtà per cui quel marchio, prima della registrazione, è stato utilizzato dall’azienda liberamente (e magari i costi di ideazione e sviluppo sono stati sostenuti dall’azienda stessa) e non è fiscalmente corretto iniziare da un momento all’altro a sfruttarlo per pagare meno tasse. L’agevolazione, infatti, non è pensata per pratiche contro il fisco e per poterla sfruttare a proprio vantaggio è fondamentale avere tutti i requisiti richiesti.