Nel corso degli ultimi anni, e negli ultimi mesi in maniera ancora più rapida (complice anche la crescita degli e-commerce durante e dopo la pandemia), è aumentato il fenomeno del cybersquatting, una realtà fraudolenta che colpisce milioni di marchi con lo scopo di trarne un illecito tornaconto economico. Una realtà diffusa contro la quale tutelarsi sia in termini di registrazione del marchio che di recupero dei nomi a dominio.
Il fenomeno del cybersquatting
Quando si parla di cybersquatting si fa riferimento a un vero e proprio atto di pirateria informatica che prevede l’illecito utilizzo di un marchio o di un altro segno distintivo altrui da parte di soggetti che legale non vi hanno alcun titolo. Sostanzialmente si tratta del fenomeno per cui viene registrato un dominio web con un nome uguale o simile a quello di marchi di terzi con lo scopo di trarne un vantaggio; sia acquisendo traffico e visibilità che nella rivendere quel dominio (negoziazione) a cifre esagerate in modo da ricavarne un profitto.
Stando agli studi condotti dall’EUIPO il fenomeno del cybersquatting riguarda potenzialmente milioni di domini, specialmente quelli dei marchi legati al settore moda (ma non solo). Un fenomeno in costante crescita contro il quale le aziende e gli imprenditori devono porre le misure più efficaci per potersi tutelare.
Il danno, infatti, è sia economico che d’immagine. Il brand, oltre a non poter utilizzare un dominio associato al proprio marchio, con tutte le conseguenze in termini di strategie di marketing, rischia di subire enormi conseguenze negative per la confusione generata negli utenti che potrebbero considerare il dominio utilizzato illecitamente come originale.
Le ADR (alternative dispute resolution) come tutela efficace contro il cybersquatting
Per la riassegnazione del dominio acquisito illecitamente esistono diverse procedure, non tutte semplici, economiche e immediate. Una delle più praticate è quella della negoziazione, ma spesso non è facile contattare il proprietario di quel dominio e le trattative non sono rischi garantiscono un risultato certo. Una scelta che sta prendendo sempre più piede è quella della riassegnazione e/o del ricorso alla procedura arbitrale, ovvero procedimenti privati che vengono definiti avvalendosi di figure private e competenti evitando il ricorso, spesso lungo ed estenuante, all’autorità giudiziaria ordinaria.
Per quel che riguarda il cybersquatting esiste l’Uniform Dispute Resolution Policy (UDRP), ovvero una procedura arbitrale internazionale gestita anche dall’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale) tramite la quale i titolari di un marchio possono recuperare il nome a dominio registrato illecitamente da terzi in maniera piuttosto rapida.
Per accedere a questo tipo di arbitrato è necessario che sussistano diverse condizioni. Innanzitutto che il nome a dominio oggetto della contestazione sia identico o chiaramente tale da generare confusione. La seconda condizione è quella per cui il titolare del nome a dominio contestato non abbia nessun titolo o diritto per l’uso e, terza condizione, che l’utilizzo e la registrazione siano avvenute in malafede.
Laddove colui che ha registrato il nome a dominio non riuscisse a dimostrare l’esistenza di un diritto su quel nome il dominio viene riassegnato al titolare del marchio. Tra gli aspetti più importanti del ricorso a questa procedura arbitrale è che è possibile ricorrervi in qualsiasi momento senza limiti di tempo e anche la possibilità di ricorrere, laddove necessario, a una successiva via giudiziale.
Registrazione marchio e controllo costante
Considerando la diffusione e la pericolosità del fenomeno del cybersquatting è importante sempre ricorrere alla registrazione del proprio marchio e di farlo in maniera tale da prevenire fenomeni di questo tipo. È chiaro che non è sempre possibile (per diverse ragioni) farlo o evitare la registrazione di tutti i nomi a dominio simili, confondibili e riconducibili al proprio marchio. Per questo motivo si rivela preziosa un’attività di sorveglianza costante del web che monitori eventuali registrazioni di nomi a dominio illecite e che consenta non solo di conoscere il numero di questi episodi, ma anche di poter intervenire in maniera tempestiva e, anche per questo, con una maggiore efficacia.
Se sei stato vittima di cybersquatting e necessiti di assistenza o vuoi tutelare il tuo marchio da azioni di questo tipo richiedi una consulenza specializzata per conoscere la situazione del tuo brand e individuare la strategia migliore per difenderlo e tutelare i tuoi interessi.