Una realtà può essere compresa conoscendola da diversi fronti: quello teorico, studiando e approfondendo le leggi che lo regolamentano, e quello pratico, andando a gestire i casi concreti ai quali la la teoria si applica. Per questo motivo per parlare di proprietà industriale e intellettuale, nonché di concorrenza sleale, vogliamo raccontare la vicenda che ha visto protagonista il nostro Studio Legale.
Così come accaduto quando abbiamo analizzato il case study sulla possibilità di uno slogan di essere registrato come marchio, oggi ci concentriamo sulla di una nostra cliente, che ha contestato la violazione dei propri diritti di proprietà industriale e intellettuale e richiesto a un concorrente il risarcimento dei danni provocati da palesi atti di concorrenza sleale.
L’oggetto della questione
L’Azienda cliente è una società che si occupa di sviluppo e creazione di software e siti web rivolti specificatamente a liberi professionisti, soprattutto consulenti finanziari e private banker, e a tutti coloro che vogliono investire sul personal branding.
Nel corso di questi anni l’Azienda ha investito nella valorizzazione del proprio know how per proporre al proprio mercato di riferimento soluzioni di grande qualità, tanto da riuscire a distinguersi tra i concorrente e divenire un punto di riferimento riconoscibile da parte del pubblico di riferimento.
A novembre 2021 un cliente ha acquistato dalla cliente un sito web realizzato con un template proprietario e caratterizzato da aspetti originali sia per quel che riguarda la grafica che i contenuti che l’user experience (UX).
A metà del 2022 detto cliente ha richiesto, e ottenuto, l’Auth-Code (il codice di trasferimento necessario per trasferire un sito internet da un dominio all’altro in maniera sicura) per la migrazione del dominio del proprio sito.
A novembre di quest’anno, a quasi un anno esatto dalla creazione originaria del sito web del Cliente, abbiamo scoperto che egli, insieme a un’altra azienda, ha ricreato una copia sostanzialmente identica del proprio sito.
Un’azione che di fatto viola tutti i diritti di proprietà industriale e intellettuale della cliente. Il “nuovo” sito si può considerare identico sia nella tipologia dei contenuti che nella disposizione degli elementi, nella scelta dei colori e nella definizione di un’identità generale caratterizzata da aspetti chiaramente riconducibili all’interfaccia grafica del sito originale così come percepibili dagli utenti (il cosiddetto look and feel).
Se è vero che sono i dettagli a fare la differenza è sufficiente scansionare il QR Code presente nell’area contatti del sito per vedere apparire la dicitura “powered by …… (cliente NDR)” confermando di fatto che il “nuovo” sito è un semplice copia e incolla di quello sviluppato dall’Azienda nostra cliente.
Il Cliente, informato della vicenda, ha confermato l’accaduto e l’attività illecita svolta dalla seconda Azienda alla quale si è rivolto.
Quali conclusioni trarre
Oltre all’evidente “plagio” dell’opera altrui, è doveroso ricordare – sebbene spesso venga non sufficientemente considerato come tale, anche nell’opinione pubblica – un sito web gode della protezione data dalla legge sul diritto d’autore, così come confermato da diverse sentenze.
Inoltre sempre i siti web godono, laddove sussistano i requisiti necessari (come nel caso in oggetto), delle tutele previste per il design industriale ed è tutelato contro la concorrenza sleale.
Per questo motivo abbiamo richiesto, in forma primariamente bonaria, la conclusione del contenzioso previo riconoscimento di un indennizzo per i danni causati e lo sfruttamento del lavoro altrui, oltre alla cessazione delle pubblicazioni del sito copiato.
Questa vicenda è utilissima per trarre diverse conclusioni. Innanzitutto che i siti web sono oggetto di diverse tutele legali e che è possibile e doveroso perseguire le varie violazioni. Allo stesso tempo si pone evidente l’importanza di svolgere le attività online in maniera corretta e rispettosa e che la qualità paga, anche se è spesso oggetto di interessi illeciti.
Lo sviluppo di un sito web così come qualsiasi altra attività online non è meno tutelato dalla legge e tutti i professionisti che operano con gli strumenti e le piattaforme digitali hanno il dovere di rivolgersi a uno Studio Legale per la protezione dei propri diritti e per la maggiore valorizzazione del proprio sito web, che ormai è considerato uno dei più importanti beni aziendali da difendere in maniera efficace.